Gas Price Cap: le nuove decisioni della Commissione e del Consiglio UE
Articolo tratto dalla comunicazione “Focus Energia e Sostenibilità” di Novembre predisposta da CONFINDUSTRIA che ha l’obiettivo di aggiornare sui principali temi di carattere strutturale sui quali il sistema CONFINDUSTRIA sta lavorando.
Gas Price Cap: le nuove decisioni della Commissione e del Consiglio UE
Nel mese di ottobre l’Europa non era riuscita a trovare un accordo definitivo sul tetto al prezzo del gas, anche se erano state individuate due soluzioni differenti per il gas importato tramite gasdotti e per il GNL:
- per il GNL era stata pensata e condivisa la proposta di utilizzare un nuovo benchmark di riferimento, staccando così le quotazioni del gas naturale liquefatto dal TTF;
- per il gas importato via gasdotti, non condividendo tutti l’idea del “non-utilizzo del TTF”, era stato pensato un corridoio dinamico e temporaneo (max 3 mesi) di prezzo.
Il 18 novembre 2022 la Commissione UE ha rilasciato il non-paper che delineava la bozza dello “Schema di un meccanismo di correzione del mercato del gas”, in altri termini, il modello di price cap dinamico da proporre al Consiglio UE per la riunione del 24 novembre.
Il 22 novembre la Commissione UE ha rilasciato la versione definitiva del non-paper, ossia la Proposta di Regolamento del Consiglio UE atta a “Stabilire un meccanismo di correzione del mercato per proteggere i cittadini e l’economia da prezzi eccessivamente alti” – COM (2022) 668 final, 2022/0393 (NLE) in cui presenta una proposta di Regolamento sul meccanismo di correzione del mercato, il cd. price cap dinamico volto a ridurre la volatilità dei mercati energetici, fissando un tetto di sicurezza di € 275 sui derivati TTF month-ahead e prevedendo un’attivazione automatica della correzione dei prezzi al verificarsi delle seguenti condizioni:
- se il prezzo di regolamento del derivato TTF front-month supera i € 275 per due settimane;
- se i prezzi del TTF sono superiori di € 58 rispetto al prezzo di riferimento del GNL per 10 giorni consecutivi di trading nell’arco delle due settimane.
Da un punto di vista operativo, quando entrambe le condizioni sono soddisfatte, l’ACER ha l’obbligo di pubblicare un avviso di correzione del mercato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, informando al contempo Commissione europea, ESMA e BCE. Il giorno successivo alla pubblicazione, il meccanismo di correzione si attiva, bloccando gli ordini di derivati TTF front-month che superino il tetto del prezzo di sicurezza. Sarà possibile, comunque, utilizzare lo strumento solo a partire dal 1° gennaio 2023.
La Proposta di Regolamento presenta, inoltre, misure di salvaguardia dei mercati energetici e finanziari. Per evitare problemi di sicurezza dell’approvvigionamento, infatti, il tetto massimo di prezzo è limitato a un solo prodotto a termine – appunto i prodotti TTF month-ahead -, in modo da permettere agli operatori di mercato di soddisfare le richieste di domanda e di approvvigionarsi sul mercato spot e over-the-counter. Per garantire che la domanda di gas non aumenti, la proposta prevede, invece, che gli Stati membri comunichino, entro due settimane dall’attivazione del meccanismo di correzione, le misure adottate per ridurre il consumo di gas e di elettricità. La Commissione UE intende anche, una volta approvato in Consiglio il Regolamento in oggetto, dichiarare lo Stato di Allerta UE – previsto dal Reg. (UE) 2022/1369 sulla riduzione della domanda di gas – che renderebbe le riduzioni della domanda di gas obbligatorie per ciascuno Stato membro.
La proposta prevede, infine, che il meccanismo possa essere sospeso automaticamente, quando non è più giustificato dalle condizioni del mercato del gas (ovvero quando il divario tra il prezzo TTF e il prezzo del GNL non sussiste più per 10 giorni consecutivi di trading); oppure con una decisione di sospensione della Commissione UE stessa, nel caso in cui vengano individuati rischi legati alla sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione, alle riduzioni della domanda di energia, ai flussi di gas infra-UE o alla la stabilità finanziaria. La Commissione ha, comunque, la possibilità di impedire l’attivazione dello strumento se le autorità competenti (BCE inclusa) avvertano la possibilità che i rischi summenzionati possano concretizzarsi.
Al netto di una valutazione approfondita, la proposta sembrerebbe essere debole: non solo mantiene il TTF come benchmark di riferimento per il prezzo del gas, ma prevede anche una serie di salvaguardie che potrebbero ostacolare il funzionamento fluido del meccanismo, specialmente in riferimento alla possibilità data alla Commissione UE di bloccarne l’attivazione. Preoccupante anche la discrezionalità data alla Commissione di dichiarare lo stato di Allerta UE, con conseguenze potenziali in termini di chiusure di impianti per soddisfare l’obbligo di riduzione della domanda, in una fase in cui il meccanismo non potrebbe essere attivato (è, infatti, possibile utilizzarlo solo dal 1° gennaio 2023).
La proposta di regolamento è stata portata all’attenzione dei Ministri dell’Energia UE, durante il Consiglio UE dell’Energia (TTE-Energy) straordinario del 24 novembre 2022, dove ha ricevuto critiche pesantissime da parte di quasi tutti i Ministri.
Spagna e Polonia hanno addirittura definito la proposta “uno scherzo di cattivo gusto potenzialmente controproducente, in quanto, un tetto di sicurezza a € 275 potrebbe favorire un aumento dei prezzi del gas, piuttosto che un loro contenimento”.
Come ha riferito lo stesso Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin, nonostante su alcuni temi come la “solidarietà” e la “trasparenza” potrebbe esserci un accordo, 15 Stati membri (Italia compresa) hanno deciso di bocciare la proposta e di rinegoziarla nel suo complesso, ritenendola inapplicabile e inefficace.
Prima del Consiglio, i 15 Paesi (tutti firmatari della lettera inviata a settembre alla Commissione UE nel quale si chiedeva di istituire un price cap), avevano avuto una breve riunione, nella quale avevano già concordato la posizione unitaria di non promuovere la proposta di regolamento.
La Commissaria UE all’Energia, Kadri Simson, si è detta favorevole a facilitare un accordo, che si spera potrà essere trovato nel prossimo TTE-Energy il quale si terrà – probabilmente – il prossimo 13 dicembre 2022.
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